Editore: Einaudi – 2018 – 196 pp. (17€)

Ciò che non può estendersi si inabissa senza fine

Nadia Terranova vive a Roma ma è nata a Messina. Collabora con La Repubblica e altre testate giornalistiche. È tradotta in molte lingue e il romanzo Gli anni al contrario (2015), sempre edito da Einaudi, ha vinto diversi premi, tra cui il Bagutta Opera Prima e il The Bridge Book Award.

Addio fantasmi è la storia di Ida. La sua è una vita normale: vive a Roma, è una donna sposata e lavora in radio inventando storie.

Quando la madre la chiama e la invita a tornare a Messina per la ristrutturazione della sua casa d’infanzia, però, Ida sarà costretta ad affrontare una volta per tutte il dolore per la “perdita” del padre, che un bel giorno, quando lei aveva tredici anni, ha deciso di uscire di casa e di non fare più ritorno.

È una sofferenza irrisolta, non digerita, non guardata in faccia, non compresa: è una specie di non morte, visto che non c’è una tomba su cui piangere, non c’è un perché.

Ida vede ancora il padre in tutte le cose, momenti, parole. A volte le sembra di vederlo per strada, oppure immagina che il mare della sua Messina lo abbia preso con sé, o felice e contento con un’altra famiglia.

Gran parte di lei è rimasta a quel fatidico giorno, che le fa rivivere la scena ossessivamente dentro di sé.

Anche il rapporto con la madre subirà una forte scossa quando Ida torna a Messina. Entrambe si sono sentite molto sole, ma non hanno il coraggio di dirselo, nascoste come sempre dietro mille silenzi.

Attraverso gli oggetti della sua infanzia Ida rivivrà e farà i conti con molte cose del suo passato, non solo quelle legate al padre, e l’incontro con Nikos, il ragazzo che si occupa della ristrutturazione, sarà cruciale.

Mi è piaciuto il fatto che l’idea e il ricordo del padre siano rivissuti in principio attraverso il nome e il corpo, ormai scomparsi, e poi l’odore e la voce, le uniche cose di lui che Ida porta ancora con sé.

La scrittura della Terranova è scorrevolissima, senza fronzoli e diretta, ma nello stesso tempo suggestiva e onirica.

È un libro inquieto, doloroso, triste, ma bellissimo, profondo e molto introspettivo, come piace a me. Ti rimane dentro e crea dolore, scava nell’interiorità. Meraviglioso.

Alicedicarta

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